Non c’è storia di Instagram che non colori di viola e profumi di lavanda. Da qualche anno a questa parte, le campagne di Collelongo sono in assoluto le protagoniste dei più noti social network. Numerosi turisti marsicani, infatti, si mettono in viaggio per fotografare i suggestivi campi di lavanda del piccolo paese alle porte del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Proprio per questo abbiamo deciso di conoscerlo più da vicino. Un tesoro così prezioso, a due passi da casa, non può non rientrare nei luoghi unici da visitare e vivere in Abruzzo.
Il lavandeto di Collelongo è un’esperienza che coinvolge a 360 gradi; una distesa di fiori viola a forte impatto visivo che arriva dritta al cuore. Immerso in una valle custodita da querce, faggi e tanta vegetazione, dove non mancano lupi, cervi e orsi, ecco che il turista può provare sulla sua pelle un’emozione sensoriale unica.
“Agricoltori Alternativi”, raccontano i fondatori, “nasce dall’idea di cinque amici (Carmine, Fabrizio, Giampiero, Guido e Romeo) che hanno pensato di rivalutare la vocazione ancestrale del proprio territorio per l’agricoltura e l’allevamento in un’ottica innovativa e biologica, dunque nel rispetto delle potenzialità produttiva locale ed agli antipodi dalla logica dell’intensivo”.
“La scelta per ciò che concerne l’attività agricola", continuano, "è caduta sulle piante officinali, in particolare sulla lavanda della specie angustifoglia officinalis, ma anche elicriso, salvia e timo. Piante adatte all’agricoltura di aree marginali e nel contempo utili al recupero produttivo di terreni incolti ormai da decenni. Il nostro impianto è di circa 3,5 ha, impostato su file parallele distanti tra loro circa 1,70 m in modo da consentire l’utilizzo di piccoli trattori per le necessità agronomiche. Le piante sono disposte a circa 40 cm l’una dall’altra in modo da poter permettere una buona crescita. Per l’allevamento si è puntato sulle api, sia per sfruttare le inflorescenze delle piante coltivate sia per produrre delle specialità di miele non molto presente sul mercato locale; quando la fioritura è in atto il nostro impianto è un continuo ronzio di api, ma anche di altri insetti impollinatori. Quando questi abbandonano l’impianto è il momento in cui si ha il massimo dell’aroma, appunto il “picco balsamico” ed è allora che comincia la raccolta. I prodotti principali della nostra azienda sono gli oli essenziali che estraiamo dalle nostre piante. L’estrazione avviene attraverso, un processo conosciuto come “distillazione in corrente di vapore” grazie ad un macchinario detto distillatore. Anche in questo caso non usiamo agenti chimici, si utilizza, oltre al materiale vegetale, principalmente le cime fiorite, semplicissima acqua”.
“La principale nostra produzione" dichiarano, "riguarda l'olio di lavanda, dotato di numerose proprietà, che lo rendono utile nel trattamento esterno di diversi disturbi. In particolare, quest'olio trova largo impiego nell'ambito dell'aromaterapia, dov'è rinomato per le sue proprietà calmanti e rilassanti. È conosciuto inoltre per le sue proprietà antimicrobiche, sedative, antinfiammatorie e antidolorifiche, inoltre ha effetti benefici sull’apparato gastrointestinale. L’olio essenziale di elicriso, molto usato in farmaceutica, è noto per le sue proprietà curative: antistaminiche, lenitive, antinevralgiche, micotiche, decongestionanti e antiasmatiche. I benefici si vedono soprattutto nella cura di disturbi del sistema respiratorio, come tosse, catarro, infiammazioni di origine allergica delle mucose".
“I nostri mieli" concludono, "seguono la stagionalità delle fioriture. Il primo che riusciamo a produrre è il millefiori, grazie all’ubicazione del nostro apiario, le nostre api possono, nel periodo primaverile, suggere il nettare delle tante varietà di fiori che hanno a disposizione, soprattutto delle numerose bacche dalla rosa canina al corniolo, dal biancospino al prugnolo. Nel periodo tra giugno e luglio la produzione riguarda specificatamente il miele di lavanda. La raccolta termina volontariamente ad agosto/settembre, per dare modo alle api di immagazzinare scorte di cibo per l’inverno, in questo modo oltre che rispettare il normale ciclo produttivo delle api, non siamo costretti a ricorrere a integratori artificiali”.