Grazie a un intervento di restauro conservativo nell'ex mattatoio comunale di Avezzano, è nata L'Aia dei Musei. Uno spazio espositivo creato in un luogo storico della città e diventato punto di riferimento per l’intero territorio. Aperto il primo maggio del 2012, ospita ogni anno mostre, eventi culturali, presentazioni di libri e altri appuntamenti grazie alla sua collocazione, agli ampi spazi coperti e alla piazzetta esterna.
Accanto alle mostre e alle estemporanee, prendono vita negli stabili dell'ex mattatoio due esposizioni fisse :“Lapidarium le parole della pietra” e il museo del prosciugamento del Fucino “Il filo dell'acqua”. Due percorsi attraverso la storia di Avezzano e della Marsica che richiamano ogni anno migliaia di visitatori e appassionati.
Nel Lapidarium ci sono tutte quelle opere e quei materiali epigrafi recuperati in città dopo il terremoto del 1915. Grazie a una sapiente esposizione e a un gioco di legno e pietra si possono ammirare dei pezzi di storia di Avezzano diventati macerie e poi riscoperti per farli diventare “testimoni” di una città ormai scomparsa.
Un’intera sala è stata dedicata al passato di una Avezzano cancellata dal terremoto del 1915. Si possono ammirare inoltre stemmi nobiliari come il portale della chiesa di San Nicola, i capitelli del duomo di San Bartolomeo e altri reperti in pietra che abbellivano gli stabili della città. Nelle altre sezioni invece ci sono diversi reperti provenienti da Alba Fucens, da Marruvium, da Lucus Angitiae e da altri siti archeologici della Marsica.
Uscendo dal Lapidarium, si può continuare il viaggio nella storia del territorio grazie a un altro stabile dell'Aia dei musei “Il filo dell'acqua” dedicato al prosciugamento del Fucino. Si tratta di un percorso attraverso il quale sono state raccolte e ricostruite pagine della storia dell'antico lago: dalla vita dei pescatori, fino agli atti del prosciugamento e all’arrivo dell’agricoltura. Ci sono testimonianze, video e documenti che permettono al visitatore di comprendere l'importanza di questo lago prosciugato dal principe Alessandro Torlonia e di conoscerne la storia.